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Smantellare o ridimensionare l’Unione europea. Due le opzioni ma quello che è certo, per i Patrioti europei, è che l’Ue, così come, deve essere ribaltata. Il terzo gruppo all’Europarlamento si è riunito oggi a Mormant-sur-Vernisson, un centro rurale a un’ora e mezza a sud di Parigi, per festeggiare “l’ondata patriottica che ha travolto l’Europa“, iniziata – sostengono – con le elezioni europee di giugno 2024. L’hanno chiamata ‘Festa della vittoria’.
Padroni di casa il Rassemblement National di Marine Le Pen e del suo delfino Jordan Bardella, che hanno ospitato leader di estrema destra, sovranisti ed euroscettici, provenienti da vari Paesi e comuni cittadini. Alla Festa hanno partecipato anche il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, il premier ungherese Viktor Orbán, il leader di Vox Santiago Abascal (presidente del gruppo Patrioti nell’Europarlamento), e da remoto il leader olandese Geert Wilders.
Sul palco anche Matteo Salvini. “Dieci anni fa la Lega e il Rassemblement National si unirono in un unico gruppo, anche oggi la Lega è con voi, la maggioranza degli italiani è con voi, dobbiamo ribaltare, con tutte le armi che la democrazia ci concede, una Ue che ci vuole precari e indebitati, colonizzati e impauriti, dominata da burocrati e banchieri, che non vuole contrastare i trafficanti di esseri umani, di droga e di armi”.
“La minaccia arriva da sud, dai clandestini per lo più islamici, non da est, da improbabili carri armati russi“, ha continuato il vicepremier, aggiungendo anche di non vuole “nessun debito europeo per comprare altre armi, come dice Macron, nessun fantomatico esercito europeo per fomentare altre guerre: ogni sforzo va indirizzato per la pace, e per la fine dei conflitti, nuove minacce e nuove sanzioni allontanano la fine delle guerre”. “Tutti ascoltino le parole di pace e di saggezza di Papa Leone XIV”, ha chiesto.
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“Voi volete rigettare il paese indietro, verso l’assolutismo. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano”. Alla fine del suo intervento rivolgendosi ai suoi colleghi disse sorridendo: “Ora potete preparare la mia orazione funebre”.
Aveva denunciato in Parlamento le violenze, i brogli e la natura autoritaria del nascente regime fascista. Dieci giorni dopo, Giacomo Matteotti fu rapito e ucciso dalla Ceka, la polizia fascista: era il 10 giugno 1924.
Il suo coraggio gli costò la vita, ma le sue parole ancora oggi ci interrogano:
"Voi dichiarate chiusa la discussione, io dichiaro chiusa la Camera".
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Non è stato raggiunto il quorum ai referendum, per i quali l’affluenza si è fermata intorno al 30,6%, e il mondo della politica fa i conti con i risultati.
Per Maurizio Landini, segretario della CGIL, "sapevamo che non sarebbe stata una passeggiata, in un Paese in cui c'è una crisi democratica evidente, assumere la questione della democrazia e della partecipazione come elemento centrale" ma "i disagi e le problematiche del Paese ci impegnano a continuare questa battaglia, c'è bisogno di continuare questa azione sindacale utilizzando tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, sia in termini contrattuali sia in termini di mobilitazione".
Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'attuazione del programma, dice che "le opposizioni hanno voluto trasformare i 5 referendum in un referendum sul governo Meloni. Il responso appare molto chiaro: il governo ne esce ulteriormente rafforzato e la sinistra ulteriormente indebolita".
“Il quorum non è stato raggiunto, è vero - dichiarano Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs - Ma ci sono oltre 15 milioni di cittadine e cittadini che hanno scelto di votare, e con circa 13 milioni di Sì, lanciano un messaggio forte e chiaro, più forte persino del consenso che oggi regge Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Se Meloni crede che l’astensione sia un segnale politico a suo favore, commette un grave errore. Certo, quei 13 milioni non sono nemmeno ‘nostri’, ma di un’Italia che chiede ascolto, che pretende impegno. Ed è con questa parte del Paese che vogliamo costruire l’alternativa".
"Soddisfatto" il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. ''Si è voluto politicizzare il referendum e trasformarlo in uno scontro tra maggioranza e opposizione. Ma alla fine ancora una volta ha vinto la maggioranza di centrodestra".
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La nave Madleen, il veliero della Freedom Flotilla Coalition adibito al trasporto di aiuti umanitari diretti alla Striscia di Gaza con a bordo Greta Thunberg e altri attivisti, è stata intercettata e dirottata verso il porto di Ashdod, città costiera meridionale israeliana.
Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha inoltre ordinato alle Idf di trasmettere il filmato del 7 ottobre per gli attivisti della nave. "È giusto che l'antisemita Greta Thunberg e i suoi amici sostenitori di Hamas vedano esattamente cos'è l'organizzazione terroristica Hamas, quella che sono venuti a sostenere e per conto della quale agiscono, e le atrocità che ha commesso contro donne, anziani e bambini, e contro cui Israele sta lottando per difendersi".
La Freedom Flotilla Coalition, organizzazione promotrice dell'iniziativa, ha contestato la versione israeliana, accusando le autorità di "sequestro di persona" e sostenendo che la nave è stata "attaccata in acque internazionali", con le forze israeliane che avrebbero spruzzato una "sostanza irritante bianca" prima di salire "illegalmente" a bordo.
La Coalizione ha inoltre segnalato la presenza di droni intorno alla Madleen, e l'attivazione degli allarmi e la preparazione dei giubbotti di salvataggio. Greta Thunberg, in un video preregistrato condiviso dalla Freedom Flotilla Coalition, ha dichiarato: "Se vedete questo video, siamo stati intercettati e rapiti in acque internazionali".
La Madleen, partita dall'Italia il 1° giugno, aveva lo scopo di evidenziare la grave crisi alimentare a Gaza, definita dalle Nazioni Unite "il luogo più affamato del mondo".
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Oltre un terzo dei giovani under 35 desidera avere due figli, ma aumenta di 9 punti la percentuale di chi si limita a desiderarne uno solo (il 24%) o rinuncia del tutto alla prospettiva di diventare genitore (il 25%). È quanto emerge dal Report FragilItalia "Avere un figlio oggi", realizzato da Area Studi Legacoop in collaborazione con Ipsos.
Il report si sofferma sui fattori che più possono influire sulla scelta di non avere figli. Tra le motivazioni economiche, al primo posto vengono indicati gli stipendi troppo bassi e il costo della vita in aumento (91%), seguiti dalla mancanza di stabilità lavorativa e da un’organizzazione del lavoro incompatibile con l’idea di avere figli (89%), dalla difficoltà oggettiva a conciliare lavoro e famiglia (88%), dalla difficoltà e dal costo di avere un’abitazione dignitosa (85%),dalla mancanza di supporto economico da parte dello stato (84%), dalla mancanza di sostegni pubblici per affrontare il costo del crescere i figli (83%), dalla paura di perdere il lavoro e dalle spese per l’istruzione dei figli (80%).
I giovani e il ceto medio-basso, in particolare, esprimono maggiore sfiducia verso un sistema che non sembra in grado di garantire stabilità e prospettive.
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Il Giappone trema davanti a una profezia. Non per un sisma reale, ma per quello previsto da un manga che sta svuotando hotel e aeroporti e allontanando i turisti dal Paese.
Ryo Tatsuki non è una mangaka qualunque. Soprannominata la “Baba Vanga del Sol Levante”, l’autrice di manga giapponese ha costruito la sua fama su una premessa inquietante: i suoi sogni predicono il futuro. Uno di questi sta facendo crollare il turismo nipponico perché prevede che uno scisma devasterà il Paese tra un mese esatto, il prossimo 5 luglio.
A preoccupare è soprattutto il fatto che in passato ci abbia preso: nel manga “Watashi ga Mita Mirai” (“私が見た未来”, ovvero “Il futuro che ho visto”), pubblicato nel 1999, Tatsuki parlava di “un grande disastro nel marzo 2011” pur senza precisare dove sarebbe avvenuto. L’11 marzo 2011 un terremoto di magnitudo 9.0 devastò la regione di Tohoku, scatenando lo tsunami che causò il disastro nucleare di Fukushima e la morte di quasi 20.000 persone.
Nella riedizione del 2021, Tatsuki ha lanciato una nuova bomba, questa volta più specifica: il 5 luglio 2025 si aprirà “una spaccatura sotto il fondale marino tra il Giappone e le Filippine”, generando onde di maremoto “tre volte più alte” di quelle del 2011. Una previsione che ha fatto il giro dei social asiatici come un virus digitale, alimentando oltre 1.400 video su YouTube e vendendo quasi un milione di copie della versione cartacea.
Coincidenza? I fan di Tatsuki non la pensano così. L’autrice avrebbe “previsto” anche la morte di Freddie Mercury nel 1991, quella di Lady Diana e persino la pandemia da Covid-19. Certo, alcune previsioni sono fallite – come l’eruzione del monte Fuji prevista per l’agosto 2021 – ma quella (purtroppo) azzeccata del 2011 ha trasformato la mangaka giapponese in una sorta oracolo contemporaneo.
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Il Giappone ha chiuso i battenti alla sfrenata fantasia genitoriale. Dal 26 maggio, non sarà più possibile registrare neonati con nomi come Pikachu, Akuma (diavolo) o Nike. Una decisione che segna la fine di un’era: quella dei kirakira names, letteralmente “nomi scintillanti”, ritenuti fuori luogo dall’amministrazione giapponese.
La nuova normativa, frutto di modifiche al Family Register Act, conferisce alle autorità locali il potere di rifiutare nomi considerati troppo eccentrici o difficili da pronunciare. La moda dei kirakira names esplose negli anni Ottanta, quando i genitori giapponesi iniziarono a sperimentare con letture non convenzionali dei kanji. Se tradizionalmente i bambini si chiamavano Taro, Hiroyasu, Yuko o Mariko, le nuove generazioni si ritrovarono con nomi come Lovely Kitty, Prince Naruto, Purin (pudding) o Doraemon.
In Giappone questa pratica raggiunse i massimi livelli e alcuni casi fecero particolare scalpore. Nel 1993, Shu e Akako Sato scatenarono l’indignazione pubblica chiamando il figlio Akuma, “diavolo”. Nonostante le proteste e una battaglia legale, la coppia dovette alla fine cambiare il nome.
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Il cardinale Matteo Maria Zuppi ha lanciato un grido d’allarme che risuona nelle anguste ma preziose case delle città italiane: “Se due terzi del mio stipendio li metto per la casa, finisce tutto là”, ha dichiarato l’arcivescovo di Bologna durante la presentazione del rapporto “Sussidiarietà e… welfare territoriale” promosso dalla Fondazione per la Sussidiarietà.
Le sue parole sono un manifesto per la dignità abitativa in un Paese dove la casa sta diventando un privilegio. La soluzione è chiara: o si abbassano i canoni di affitto o si aumentano gli stipendi.
Il cardinale Zuppi ha posto una netta linea di demarcazione: “L’affitto non dovrebbe mai superare il 30% dello stipendio (netto, ndr)”. Se la soglia venisse rispettata “non avremmo più solo monolocali, ma qualche possibilità in più”, ha spiegato Zuppi, per poi definire i costi attuali non solo insostenibili, ma “lesivi della dignità umana”, perché trasformano la casa da diritto fondamentale a privilegio inaccessibile.
Secondo l’Osservatorio di Immobiliare.it, il costo di un bilocale è passato da circa 785 euro al mese a quasi 860 euro nell’ultimo trimestre del 2024, un aumento di 75 euro mensili che per molte famiglie rappresenta la differenza tra il riuscire ad arrivare a fine mese o meno.
La maggior parte degli italiani che vive in affitto spende tra il 40 e il 50% del proprio stipendio, ben oltre la soglia del 30% indicata da Zuppi. Una percentuale che sale ulteriormente se si considerano le città universitarie e turistiche, dove la concorrenza degli affitti brevi ha sottratto immobili al mercato residenziale tradizionale.
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Vladimir Putin intende colpire l'Ucraina dopo l'attacco di Kiev alle basi aeree di Mosca: un attacco che non si è fatto attendere, con droni e missili russi su Kiev che hanno causato almeno 4 morti e 20 feriti. Donald Trump aveva chiesto al presidente russo di non farlo, ma non sa che il suo appello cadrà nel vuoto. E, a questo punto, il presidente degli Stati Uniti, che non intende varare sanzioni contro la Russia, si ferma ad osservare in attesa di tempi migliori.
"A volte, quando due bambini litigano, bisogna lasciare che continuino a picchiarsi per un po'". Per Donald Trump, Russia e Ucraina devono continuare a combattere per rendersi conto che la guerra è una strada senza uscita.
"Ho fatto questa analogia al presidente Putin: 'Presidente, forse devi continuare a combattere e soffrire molto prima di riuscire a fermarti'. Lo vedete nell'hockey, quando c'è una rissa gli arbitri lasciano fare per qualche secondo...".
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La prima agenzia di stampa privata in Italia: fa notizia da 60 anni.